L'importo elevato dell'assegno di mantenimento del figlio è diseducativo? No della Corte di Cassazione

Un assegno di mantenimento del figlio con importo elevato può avere effetti diseducativi sul minore? No, secondo l’ultima ordinanza della Corte di Cassazione del 13 gennaio 2021, che ha ribaltato la decisione di una Corte d’appello territoriale.

Dunque, la Suprema Corte ha ritenuto illegittima la riduzione dell’assegno di mantenimento al figlio minorenne. Un assegno che era stato ritenuto elevato e, proprio per questa ragione, avrebbe potuto rappresentare un fattore diseducativo.

La vicenda

Tutto è nato dalla sentenza della Corte d’appello di ridurre da 1.800 euro (cifra stabilita dal tribunale) a 1.500 euro il contributo che il padre, dopo la separazione con la moglie, doveva versare al figlio minorenne. Un assegno di mantenimento che comprendeva anche le spese straordinarie.

Per la Corte d’appello l’assegno di 1.800 euro era ritenuto troppo elevato per quelle che sono le reali esigenze del minore, nonostante l’elevato standard di vita della famiglia. A quel punto è scattato il ricorso in Cassazione da parte della madre del minore.

L’ordinanza della Cassazione

I giudici della Cassazione hanno accolto il ricorso, specificando che nel quantificare l’assegno bisogna rilevare solo le esigenze attuali del figlio, senza prendere in considerazione l’interesse morale. Dunque, è decisivo in questo calcolo verificare il tenore di vita che il figlio ha goduto nel periodo di convivenza con entrambi i genitori.

In questo modo, secondo i giudici, viene garantita la crescita del minore che, in questo modo, viene difeso anche dalle vicende che hanno riguardato il rapporto tra il padre e la madre. Dunque, in proporzione alle proprie possibilità economiche, i genitori dovranno contribuire a soddisfare le esigenze dei figli. Di fatto, quindi, la Cassazione nel calcolare l’assegno di mantenimento ha escluso qualsiasi riferimento all’effetto diseducativo dell’importo dell’assegno.

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