Brexit, controversie tra Regno Unito e UE: da adesso ci sarà...l'arbitro

Dopo la Brexit a risolvere le controversie fra Unione Europea e Regno Unito non ci penserà più la Corte di Giustizia, ma un organo ad hoc. Le parti hanno infatti scelto lo strumento dell’Arbitrato per regolare i loro rapporti grazie alla costituzione di un organo indipendente, il “Consiglio di partenariato”.

Le trattative

È stato uno dei nodi da sciogliere per tutta la durata delle trattative e che nelle ultime settimane del 2020 ha creato tensioni. Poi, proprio alla fine del 2020, è arrivato l’accordo, entrato in vigore il giorno di Capodanno. Accordo complesso che si occupa di regolare i rapporti fra le due compagini e che ha sentito la necessità di inserire anche una disciplina che si occupasse di chi fosse competente a decidere, in caso di controversie fra i due. Per fortuna le due entità, per molti versi, hanno punti in comune e continuano a camminare di pari passo (o quasi) in molti settori come quelli che riguardano l’ambiente o il sociale, oppure fiscale o quello sulle condizioni di lavoro, trovando punti comuni e parità di condizioni, soprattutto sotto l’aspetto della trasparenza.

 

Ancora molti punti in comune ma…

Strada comune che serve a evitare che UE e UK, dopo quasi 50 anni di stretta collaborazione, entrino in competizione, creandosi danni a vicenda. Alcune regole sono chiare: nessuno dei due potrà fornire aiuti di Stato in forma illimitata, ma solo in particolari casi già previsti e, se dovessero sottoscrivere delle convenzioni con delle aziende, sono obbligate a divulgarne tutti i dettagli. Un cavillo voluto dall’Europa proprio per vincolare l’Inghilterra alle norme comunitarie in materia di concorrenza. Un cavillo che però lascia il tempo che trova, considerato che i britannici non sono più obbligati a mantenere quella rigidità prevista dalle norme UE. Proprio per questo è stato anche previsto un meccanismo di riequilibrio in caso di violazione, un meccanismo che UK ha però voluto che fosse assoggettato a un arbitro e non alla Corte di Giustizia.

 

In sostanza per risolvere le controversie che potrebbero nascere fra le due parti, si fa riferimento allo strumento dell’Arbitrato. Un consiglio costituito ad hoc per l’occasione e presieduto da un membro della Commissione europea e da un rappresentate del Regno Unito scelto fra i ministri. Il nome? “Consiglio di partenariato” e si potrà riunire solo su richiesta di una delle parti, anche se l’accordo prevede l’organizzazione di almeno un meeting formale ogni anno.

 

Misura necessaria, per evitare colpi bassi

 

Una costituzione necessaria per regolare eventuali controversie, perché anche se in più punti le strade delle due entità sembrano comuni, come nel caso della materia finanziaria, il fatto che adesso siano due entità distinte potrebbe prevedere qualche colpo basso da parte di una o dell’altra parte. Infatti, è proprio il fine il punto: perché anche dopo la dichiarazione comune a favore della cooperazione rafforzata in materia finanziaria - e che quindi prevede uno sviluppo quasi di pari passo - l’obiettivo di UK è sicuramente quello di trasformare Londra in una Singapore (ma sul Tamigi) per potersi imporre economicamente in tutto il continente.

 

Un testa a testa, quindi, che però vede il governo di Boris Johnson decisamente in vantaggio considerato che questo, in concreto, è libero dalle norme comunitarie. Infatti UK per molti versi non ha più l’obbligo di rispettare la normativa comunitaria. E in effetti lo ha fatto da subito, come nel caso dei vaccini per il Covid approvati in anticipo rispetto alle procedure previste dall’Ema. E nessuno gli può vietare di fare allo stesso modo anche in altri settori. Questa “libertà normativa” potrebbe creare un dislivello che potrebbe permettere al Regno Unito di rilanciare il proprio modello economico - basato da qualche anno sui settori dell’innovazione e lo dimostra anche il fatto di aver mantenuto la sua posizione all’interno del programma di ricerca europea di sviluppo, “Horizon” - con il rischio (o la fortuna) che l’Inghilterra faccia dei salti in avanti in settori come l’intelligenza artificiale e la medicina di prossima generazione.