Digital Nomad Visa: nuova frontiera dei Visti d'ingresso in Italia.

A partire da Aprile 2024, anche in Italia è possibile richiedere il Visto per Nomadi Digitali e per Lavoratori da remoto.


Con Decreto attuativo del 29.02.2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale ai primi di Aprile 2024, è stata finalmente introdotta la possibilità di poter soggiornare nel Bel Paese per un tempo più prolungato rispetto ai Visti convenzionali.
Infatti, con il Visto Nomadi Digitali e per Lavoratori da remoto (che, come si dirà in seguito, dovrà essere convertito in permesso di soggiorno), il richiedente potrà soggiornare in Italia per un anno intero e il titolo di soggiorno potrà essere rinnovato.


L’Estonia, pioniera del progetto, già dal giugno 2020 rilascia un permesso di soggiorno della durata di un anno per nomadi digitali e remote worker, consentendogli così di lavorare da remoto e vivere regolarmente nel Paese. 
Il progetto è stato immediatamente seguito da numerose altre Nazioni, tra cui da Aprile 2024 anche l’Italia.


Ma chi sono i Nomadi Digitali e i lavoratori da remoto? E quali sono i requisiti per poter presentare domanda di Visto d’ingresso? Vantaggi logistici e fiscali.


I nomadi digitali (lavoratori autonomi) e i lavoratori da remoto (lavoratori subordinati) sono cittadini non appartenenti all’Unione Europea, che si avvalgono dell’utilizzo di tecnologie e del web per svolgere il proprio lavoro per imprese non necessariamente residenti nel territorio dello Stato Italiano.
In Italia, requisito essenziale per poter richiedere il Digital Nomad Visa, è quello di svolgere un’attività lavorativa altamente qualificata secondo quanto disposto all’art. 27- quater, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. 


Ma cosa si intende per “attività lavorativa altamente qualificata”? 


I cosiddetti “lavoratori altamente qualificati” sono coloro che posseggono alternativamente i seguenti requisiti:

 

  • titolo di istruzione di livello terziario (alias laurea) che attesti il completamento di un percorso di istruzione superiore di durata almeno triennale oppure una qualificazione professionale di livello post secondario di durata almeno triennale o corrispondente almeno al livello 6 del Quadro nazionale delle qualificazioni;
  • almeno cinque anni di esperienza professionale di livello paragonabile ad un altro titolo universitario, pertinenti con la professione prevista per il futuro rapporto di lavoro in Italia;
  • dirigenti o specialisti nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (classificazione ISCO-08 n. 133 e n. 25) con qualificazione professionale superiore attestata da almeno tre anni di esperienza professionale acquisiti nei sette anni precedenti la presentazione della domanda di Carta blu;
  • qualifiche professionali conseguite in altri paesi UE che li abilitano ad esercitare in Italia una professione regolamentata. 

Ulteriori requisiti necessari per poter presentare domanda di visto sono:

 

  • disporre di un reddito minimo annuo non inferiore al triplo del livello minimo previsto per l’esenzione alla partecipazione sanitaria (circa € 28.000 annui);
  • disporre di un’assicurazione sanitaria di durata annuale valida per il territorio nazionale e per il periodo di soggiorno;
  • disporre di un’idonea unità alloggiativa (sia essa struttura alberghiera o abitazione anche in locazione);
  • disporre di un contratto di lavoro o di collaborazione o di relativa offerta vincolante;
  • assenza di condanne in capo al datore di lavoro/committente e al richiedente, negli ultimi cinque anni, per reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina verso l’Italia e dell’emigrazione clandestina dall’Italia verso altri Stati o per reati diretti al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione o di minori da impiegare in attività illecite, o ancora per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, etc. (tale requisito dovrà essere dimostrato con apposita autocertificazione da depositare nanti il competente ufficio diplomatico-consolare).

Le verifiche circa la sussistenza di tutti i requisiti sopra indicati potranno essere effettuate anche a posteriori, essendo frequente l’annullamento (alias revoca) del visto qualora difetti anche uno solo dei presupposti che ne avevano consentito il rilascio.


Come detto in precedenza, la peculiarità di tale nuovo Visto (che lo renderà certamente decisamente più appetibile rispetto agli altri tipi di Visto) è che il Permesso di soggiorno derivante dalla conversione del predetto Visto ha durata annuale, e potrà essere rinnovato sussistendo i medesimi presupposti. Non necessita di nulla osta all’ingresso, rendendo la procedura più snella. Inoltre, per il rinnovo del Permesso di soggiorno è sufficiente che lo straniero stia in Italia almeno una volta ogni 180 giorni. Tuttavia, ai fini del rinnovo la legge non pone limiti temporali minimi per il soggiorno nel Bel Paese, il che comporta conseguenze vantaggiose anche sul piano fiscale, e più precisamente in relazione alla soggezione o meno del reddito del richiedente alla tassazione italiana. 


Ulteriore punto di forza di questa nuova tipologia di Visto è che la famiglia dello straniero titolare di Visto/Permesso di soggiorno per Nomadi Digitali o per Lavoratori da remoto può richiedere il ricongiungimento familiare. Più precisamente, ai familiari può essere rilasciato un permesso di soggiorno per motivi familiari di durata pari a quello del lavoratore.


Come richiedere il Digital Nomad Visa.


La procedura di rilascio del Visto per Nomadi Digitali o per Lavoratori da remoto ricalca in parte quella prevista dal Testo Unico Immigrazione per tutte le altre tipologie di Visto, ma per alcuni aspetti presenta invece delle peculiarità.


Più precisamente, come per tutte le richieste di Visto, anche quella per Nomadi Digitali e per Lavoratori da remoto deve essere presentata presso l’Autorità diplomatica-consolare del Paese di provenienza, corredata di tutta la documentazione atta a dimostrare la sussistenza dei requisiti sopra indicati. Tuttavia, la peculiarità di tale tipologia di Visto è che non dovrà essere richiesto alcun nulla osta all’ingresso (come invece accade per tutte le altre categorie).


Una volta rilasciato il Visto, lo stesso deve essere convertito in Permesso di soggiorno entro otto giorni lavorativi dall’ingresso in Italia, recandosi presso la Questura della provincia ove si trova lo straniero.


Sarà la stessa Questura a generare e comunicare il codice fiscale al “nomade digitale” o al “lavoratore da remoto”. Viceversa, sarà il “nomade digitale” (in quanto lavoratore autonomo) a dover richiedere l’eventuale numero di Partita Iva all’Agenzia delle Entrate, ma si tratterà di una procedura semplificata e più snella, atteso che sarà la stessa Questura a comunicare all’Agenzia delle Entrate l’avvenuto rilascio del Visto/Permesso di soggiorno.


Visto per Nomadi Digitali e per Lavoratori da remoto: conviene?


In un mondo sempre più digitalizzato e aperto al telelavoro/smart working, la nuova frontiera dei Visti per Nomadi Digitali e per Lavoratori da remoto sarà certamente quella maggiormente rispondente alle esigenze di un numero sempre più crescente di professionisti/lavoratori altamente specializzati e qualificati.


E ciò sia per ragioni non solo logistiche (maggiore facilità negli spostamenti), ma anche fiscali.


Chiaramente, data la sua recentissima introduzione, sarà il tempo a confermare o meno la bontà della normativa appena entrata in vigore.
A tal fine, il nostro Studio Legale offre consulenza e assistenza legale per lo svolgimento di tali attività e procedure, esaminando approfonditamente la fattispecie e consigliando la miglior soluzione, anche da un punto di vista fiscale, a mezzo di propri Professionisti competenti in ogni branca del diritto che interessa la singola fattispecie, con operatività su tutto il territorio italiano e anche all’estero, grazie alla presenza capillare del nostro Studio Legale.
 

Avv. Davide Lorrai
Dott.ssa Denise Serra